Ordine: Lagomorfi - Famiglia: Leporidi
Oryctolagus
cuniculus (Linnaeus, 1758)
Collocazione
biogeografica:
cosmopolita.
Caratteri
distintivi: lunghezza testa-corpo 340-470 mm; coda 42-70 mm;
piede posteriore 72-95 mm; peso 1-2,5 Kg. Corpo relativamente
raccolto e breve; testa ben distinta dal corpo, grande ed
arrotondata; orecchie relativamente corte di colore uniforme; occhi
grandi e rotondi. Arti anteriori più brevi di quelli
posteriori; coda quasi completamente bianca. Pelliccia di colore
prevalentemente bruno chiaro, rossastro e grigio frammisto a peli
neri.
A Impronta zampa anteriore:
lungh.
~3 cm; largh. ~2,5 cm
P Impronta zampa
posteriore :
lungh. ~4 cm; largh. ~3 cm
Habitat:
pianura, collina, raramente oltre i 500 m di altitudine. Predilige
terreni asciutti, sabbiosi ed in parte argillosi, anche in boschi
soprattutto di conifere.
Abitudini: notturno,
coloniale e territoriale, vive in gruppi composti da uno o pochi
maschi adulti e diverse femmine, con rigide gerarchie; abile
scavatore, costruisce tane anche profonde, generalmente raggruppate
in poco spazio al centro del territorio (gli individui di basso rango
hanno tane periferiche). Erbivoro e granivoro. Il periodo
riproduttivo è esteso a quasi tutto l'anno, con 5-6 nidiate;
dopo una gestazione di 4 settimane nascono 3-7 piccoli di circa 30 g
con gli occhi chiusi e quasi nudi, all'interno di una camera-nido
tappezzata di vegetali e di pelo materno; a 7-10 giorni aprono gli
occhi, a 3 settimane vengono svezzati. La maturità sessuale è
raggiunta dalle femmine a 3 mesi e mezzo, dai maschi a 4 mesi. La
durata massima della vita è, in natura, di 6-7 anni, in
cattività, di 10 anni. E' predato da Volpe, Gatto selvatico,
gran parte dei Mustelidi, Falconiformi e grossi Strigiformi.
Status:
poco numeroso, localizzato.
Distribuzione generale:
originariamente forse confinato all'Africa nord-occidentale e alla
Penisola Iberica. Poi introdotto in tutta l'Europa occidentale,
incluse Gran Bretagna, Irlanda, Isole del Mediterraneo occidentale,
Azzorre, Madera e Canarie. Più recentemente introdotto in
Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Cile ed altri paesi. In
Italia: varie zone, con distribuzione discontinua (Toscana, Sicilia,
Sardegna meridionale ed isole minori del Mediterraneo). In Regione:
immesso in alcune zone della pianura piacentina (fascia golenale) e
bolognese (Malalbergo), sulla penisola di Boscoforte (1969) nelle
Valli di Comacchio e in zone del litorale ravennate (dune di Foce
Bevano).
Protezione esistente: specie
cacciabile (L. 11/02/1992, n. 157).
Note: in
alcune riserve di caccia può essere presente la cosiddetta
"minilepre" (Sylvilagus floridanus) introdotta dall'America
a scopo venatorio.
Tratto da "I Mammiferi
dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T. Tosetti, I.B.C. Regione
Emilia-Romagna, 1986
E’ la più piccola tra le specie di mustelidi che vivono nella pianura veneta. Carnivora e di abitudini diurne, è agilissima e grazie al corpo sottile e affusolato riesce ad insinuarsi nelle tane dei ratti con cui ingaggia lotte cruente.
Ordine: Carnivori - Famiglia: Mustelidi
Martes
foina
(Erxleben,
1777)
Collocazione
biogeografica:
eurocentroasiatica
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa corpo 42,5-47,5 cm; altezza alla spalla 12 cm; coda
23-26,5 cm; piede posteriore 7,9-9 cm; peso 1,3-2,3 Kg. Forma
slanciata, corpo allungato, muso appuntito, occhi non molto grandi,
orecchie sviluppate, coda relativamente lunga. Pelliccia folta e
rozza, di colore bruno grigiastro, la gola e la parte anteriore del
petto sono bianche.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh.
~3,5 cm; largh. ~3,2 cm
P
Impronta
zampa posteriore
:
lungh.
~4 cm; largh. ~3 cm
Habitat:
pianura,
montagna anche oltre i 2000 m di altitudine; in boschi, margini di
boschi, zone rocciose, spesso anche vicino ad abitazioni.
Abitudini:
prevalentemente
notturna; vive solitaria o in famiglie che si sciolgono al termine
dell'addestramento dei giovani alla caccia. Salta, si arrampica
facilmente su alberi ed edifici, generalmente vive sul terreno,
raramente nuota; debole scavatrice; frequenta cavità e
cunicoli. Si rifugia nelle cavità degli alberi, nelle
anfrattuosità delle rocce, anche in fienili, solai ed in
edifici poco frequentati. Si nutre di vari animali di piccola mole:
Insetti, Anfibi, Uccelli e loro uova, topi, ghiri, animali domestici.
Il periodo degli accoppiamenti coincide con l'estate. Dopo una
gestazione di tipo prolungato, nascono in marzo - maggio 2-5 piccoli
inetti e ciechi. A 5 settimane aprono gli occhi, a 8 vengono
svezzati. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 2
anni. Può vivere, in cattività, fino a 18 anni.
Occasionalmente i piccoli sono predati da altri Carnivori, da
Accipitriformi, Falconiformi e Strigiformi.
Status:
poco
numerosa.
Distribuzione
generale:
Europa
meridionale e centrale; a est attraverso il Caucaso e Asia Minore
fino agli Altaj e all'Himalaia; Isole di Creta, Corfù e Rodi.
Possibile anche in Cina orientale. In
Italia:
tutta la penisola, assente nelle isole. In
Regione:
ovunque.
Protezione
esistente:
considerata
specie "nociva" dall'art.4 dell'abrogato T.U. 5/6/1939, n.
1016, oggi è specie tutelata dalla L. 11/02/1992, n. 157 in
quanto considerata specie non cacciabile. E' inoltre protetta dalla
Convenzione di Berna (L. 5/8/198 1, n. 503, in vigore per l'Italia
dall'1/6/1982).
Tratto
da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T.
Tosetti
Lepus
europaeus
(Linnaeus,
1778)
Collocazione
biogeografica:
eurocentroasiatico-mediterraneo-etiopica
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa-corpo 480-700 mm; coda 74-110 mm; piede posteriore
110-160 mm; peso 2,5-6,5 Kg. Corpo slanciato, compresso lateralmente,
testa piuttosto piccola ben distinta dal corpo; occhi grandi;
orecchie lunghe; coda moderatamente sviluppata, superiormente nera.
Arti posteriori più lunghi degli anteriori. Struttura generale
atta alla corsa ed al salto. Pelliccia piuttosto soffice, colore
dominante fulvo grigiastro con tinte nerastre sul dorso; parti
inferiori ed interne degli arti biancastre, punta delle orecchie
nera.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh.
~5 cm; largh. ~3 cm
P
Impronta
zampa posteriore
:
lungh.
~6-12 cm; largh. ~3,5 cm
Habitat:
pianura,
collina, montagna fino a 2000 m di altitudine; in diversi ambienti
quali campi coltivati ma anche boschi, soprattutto di latifoglie,
brughiere e dune.
Abitudini:
prevalentemente
notturna, in situazione tranquilla esce dal rifugio anche in pieno
giorno. Sedentaria e solitaria, non si allontana mai dal proprio
territorio. Corre velocemente e a lungo, spicca lunghissimi salti,
nuota in caso di necessità; possiede udito e olfatto molto
fini. Il rifugio consiste in un leggero incavo del terreno in luogo
riparato e asciutto, seminascosto da massi e cespugli. Il rifugio
viene cambiato di tempo in tempo, in inverno è in zone più
soleggiate ed è più profondo. Si alimenta con vegetali
freschi ma anche secchi, barbabietole, semi e cortecce di alberi. Il
periodo riproduttivo è spesso esteso a tutto l'arco dell'anno,
con 3-4 nidiate; dopo una gestazione di 42 giorni nascono 2-4 piccoli
di 110-130 g, completamente ricoperti di pelo e con gli occhi aperti;
vengono svezzati dopo 3 settimane, diventano indipendenti ad un mese.
La maturità sessuale è raggiunta a 6-8 mesi. Può
vivere, in natura, fino a 4-6 anni, eccezionalmente fino a 12-13. E'
predata da Carnivori, soprattutto Volpe, Martora, Faina, Donnola,
Gatto selvatico, da molti Accipitriformi, Falconiformi e
Strigiformi.
Status:
numeroso.
Distribuzione
generale:
Europa
(tranne parte della Scandinavia); Asia minore, Medio Oriente. E'
stata introdotta in Irlanda, Svezia meridionale, Siberia meridionale
Estremo Oriente, Cile, Argentina, Uruguay, Bolivia, Nuova Zelanda,
Australia, alcune regioni del Nord America. In Italia: tutto il
territorio, comprese le isole. In Regione: ovunque.
Protezione
esistente:
specie
cacciabile (L. 11/02/1992, n. 157). Specie protetta dalla Convenzione
di Berna (L. 5/8/1981, n. 503, in vigore dall'1/6/1982 in
Italia).
Note:
a
causa dei massicci ripopolamenti a scopo venatorio attuati nel nostro
paese si sono verificati veri e propri "inquinamenti genetici"
delle popolazioni autoctone con soggetti importati da altri
paesi.
Tratto
da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T.
Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986
Moscardino
Moscardino
- Muscardinus
avellanarius
Roditore arboricolo della famiglia dei ghiri, divenuto rarissimo nella pianura veneta causa l’eliminazione delle siepi. Si nutre di germogli, fiori, semi, noci e nocciole, che raccoglie con agilità, sfruttando la lunga coda prensile.
Myocastor
coypus
(Molina,
1782)
Collocazione
biogeografica:
cosmopolita.
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa-corpo 420-600 mm; coda 300-450 mm; piede posteriore
125-140 mm; peso 7-10 kg. Simile al Topo muschiato, ma di maggiori
dimensioni; coda cilindrica con peli radi; mammelle in posizione
caratteristica (dorsolaterali); piedi posteriori palmati; escrementi
cilindrici con solcature longitudinali, galleggianti sull'acqua.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh.
~6 cm; largh. ~6 cm
P
Impronta
zampa posteriore
:
lungh.
~12 cm; largh. ~7 cm
Habitat:
paludi,
corsi d'acqua a lento decorso, laghi. Può vivere vicino ad
acque salmastre.
Abitudini:
notturna;
vegetariana; abile sommozzatore con apnee anche di 5 minuti; tane
ipogee e piattaforme sull'acqua usate per il riposo e la pulizia.
Gregaria, forma piccoli clan matriarcali. Sensibile agli inverni
rigidi. Il periodo riproduttivo è variamente esteso, con 1-2
nidiate; dopo 4 mesi e mezzo nascono 2-6 piccoli di ben 50-200 g
rivestiti di pelo e con occhi aperti, capaci di nuotare appena a 24
ore dalla nascita. La maturità sessuale è raggiunta a
3-5 mesi. In natura vive fino a 4 anni, in cattività fino a
8.
Distribuzione
generale:
originariamente
America meridionale, in seguito a fughe da allevamenti e a deliberate
introduzioni anche in Europa, Israele, Kenya, Unione Sovietica,
Giappone e Nord America. In Italia: è segnalata in
Emilia-Romagna, Veneto, nella Toscana centro-meridionale, in Lazio e
in Campania. In Regione: si hanno segnalazioni per tutta la zona
planiziale.
Protezione
esistente: la
L. 111/02/1992, n.157 non ne prevede l'abbattimento. Tuttavia, il
D.P.R.G. n.760 del 17/10/95 ne consente l'uccisione nell'ambito di
appositi piani di abbattimento.
Tratto
da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T.
Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986
Pipistrello nano - Pipistrellus pipistrellus
E’ il più piccolo dei pipistrelli europei. Il dorso è uniformemente scuro, mentre le parti inferiori sono più chiare. Vive sia in ambiente rurale che in ambiente urbano, dove trova rifugio negli anfratti dei vecchi edifici. Nei mesi estivi si formano colonie femminili anche di 200 individui.
Ordine: Insettivori - Famiglia: Erinaceidi
Erinaceus
europaeus
(Linnaeus,
1758)
Collocazione
biogeografica:
eurocentroasiatica
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa-corpo 200-300 mm; coda 12-40 mm; piede posteriore
35-50 mm; peso 700-1000 g. Tronco grosso e tozzo con capo non ben
distinto dal corpo; zampe forti con dita provviste di unghie robuste;
muso appuntito; coda corta e spessa. Rivestito di aculei lunghi e
rigidi (circa 5000) di color fulvo giallastro più o meno
chiaro con una banda bruno nerastra presso l'apice nella parte
superiore del corpo, e di peli lunghi, più o meno radi, nella
parte anteriore della testa e nelle parti inferiori del corpo.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh.
~2,5 cm; largh. ~2,8 cm
P
Impronta
zampa posteriore
:
lungh.
~3 cm; largh. ~2 cm
Habitat:
pianura,
collina e montagna anche fino a 2000 m di altitudine; in boschi,
margini di boschi, campi coltivati, parchi, giardini, siepi,
cespuglieti.
Abitudini:
Attivo
soprattutto al crepuscolo, ma anche di notte, durante il giorno
rimane nel suo nido generalmente posto sul terreno. Va in letargo da
ottobre ad aprile; la temperatura corporea cade da 34° a 4°,
i battiti cardiaci da 120 al minuto a soli 20, gli atti respiratori
passano a 10 al minuto. Prevalentemente Insettivoro (Insetti
soprattutto, ma anche Lombrichi e Molluschi) e carnivoro
(micromammiferi, Uccelli, uova, nidiacei e Rettili). In presenza di
nemici si ritira nella corazza spinosa arrotolandosi a palla. Il
periodo degli accoppiamenti è compreso tra maggio e settembre
con generalmente una sola nidiata: dopo circa un mese di gestazione
nascono 4-6 piccoli di circa 10-25 g, con gli occhi chiusi e con
90-150 minuscole spine bianche; a 14 giorni aprono gli occhi, a 22
cominciano a uscire dal nido, a un mese vengono svezzati, a 2 sono
indipendenti. In natura vive fino a 7-10 anni.
Status:
numerosa.
Distribuzione
generale:
Europa,
Siberia occidentale, Vicino e Medio Oriente. Introdotto in Nuova
Zelanda. Qui si considerano cospecifiche le forme europaeus,
concolor, ma non amurensis. In Italia: l'intero territorio, comprese
le isole. In Regione: ovunque.
Protezione
esistente:
la
caccia al Riccio è stata praticata in passato. Oggi la specie
è tutelata ai sensi della L. 11/02/1992, n.157, in quanto
considerata specie non cacciabile. Specie protetta dalla Convenzione
di Berna (L. 5/8/1981, n.503, in vigore per l'Italia
dall'1/6/1982).
Note:
subisce
un'alta mortalità lungo le strade
Tratto
da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T.
Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986
Apodemus
sylvaticus
(Linnaeus,
1758)
Collocazione
biogeografica:
eurocentroasiatica-maghrebina.
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa-corpo 77-110 mm; coda 69-115 mm; piede posteriore
20-25 mm; peso 15-39,5 g. Parti superiori e fianchi di colore bruno
giallastro o rossastro, parti inferiori bianco sporche, spesso con
una macchia gialla al centro del collo.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh.
~1,3 cm; largh. ~1,5 cm
P
Impronta
zampa posteriore
:
lungh.
~2 cm; largh. ~1,5 cm
Habitat:
specie
euriecia. Boschi, ma anche ambienti con copertura limitata o assente,
come campi, giardini e pietraie.
Abitudini:
notturno;
agile arrampicatore, ma anche buon scavatore; tana ipogea con
gallerie, magazzini e camera-nido; vecchi nidi di Uccelli o di
Roditori arboricoli usati come dimore temporanee o come piattaforme
"mensa". Onnivoro: si nutre soprattutto di semi e frutti ma
anche di Insetti e lumache. Il periodo riproduttivo è compreso
tra marzo e novembre, con 4-5 nidiate; dopo 26 giorni di gestazione
nascono 5-6 piccoli pesanti 1 g, nudi e con occhi chiusi, a 6 giorni
acquistano i primi peli, a 16 giorni aprono gli occhi, a 18-22 giorni
sono svezzati, a 2 mesi raggiungono la maturità sessuale. La
vita media è di appena 4 mesi, in natura può durare 20
mesi, di più in cattività. E' predato dalla maggior
parte dei Carnivori, dei Falconiformi, Strigiformi ed Ofidi.
Status:
numeroso.
Distribuzione
generale: Europa;
Nord Africa; parte dell'Asia (fino agli Altaj e all'Himalaia). In
Italia: tutta la penisola, la Sicilia e la Sardegna. In Regione:
diffuso ovunque.
Protezione
esistente: la
L. 11/02/1992, n.157, esclude espressamente qualunque tutela. Per
l'uccisione di questa specie non è richiesta, quindi, nessuna
licenza ed è consentita in ogni periodo dell'anno e con
qualsiasi mezzo.
Tratto
da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna" di M.G. Bertusi, T.
Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986
Vulpes
vulpes
(Linnaeus,
1758)
Collocazione
biogeografica:
oloartica.
Caratteri
distintivi:
lunghezza testa-corpo 55-80 cm; altezza alla spalla 35-40 cm; coda
30-45 cm; piede posteriore 13,5-16 cm; peso medio 7-8 Kg. Dimensioni
medio piccole; forma snella; muso appuntito e lungo, orecchie grandi
ed erette; coda lunga e folta. Arti relativamente brevi. Le parti
superiori del corpo sono di un colore tendente al rosso fulvo marrone
giallastro, i lati hanno sfumature più tendenti al grigio, il
labbro superiore è bianco, le orecchie sono di colore marrone
con la parte esterna bruno scura ed anche nera, le estremità
degli arti sono quasi nere, le parti inferiori del corpo sono di
colore chiaro, in genere biancastro, coda fulva con estremità
biancastra. Le variazioni razziali, individuali e stagionali sono
notevoli.
A
Impronta
zampa anteriore:
lungh. ~5 cm; largh. ~4-4,5 cm
P
Impronta
zampa posteriore :
simile
Habitat:
presente
negli ambienti più estremi e diversi: dai deserti alle
praterie, ai boschi, alle regioni fredde fino a quote anche superiori
ai 3.000 m di altitudine. Presente talvolta anche in zone suburbane
ed in ambienti antropizzati, preferisce però boschi, macchie,
cespuglieti con sassaie, anfratti e rocce che offrono maggiori
possibilità di rifugio.
Abitudini:
specie
estremamente adattabile e plastica. Essenzialmente solitaria e
territoriale, in certi casi può condurre vita sociale anche
complessa, con formazione di nuclei numerosi con una struttura ben
definita, specialmente in aree in cui non viene molestata dall'uomo.
Di abitudini prettamente notturne, essa percorre gran parte del suo
territorio alla ricerca del cibo, infatti la sua attività
principale è rappresentata dalla caccia. Corre, trotta,
galoppa, striscia sul terreno, salta e all'occorrenza nuota. Si
rifugia nelle sassaie, nelle cavità degli alberi, tra le
radici, ma soprattutto scava tane o utilizza quella di altri
Mammiferi. La tana è spesso composta da un complesso di
gallerie, con diverse entrate spesso marcate dal secreto di ghiandole
odorifere situate nella zona addominale. Si ciba di tutto quanto sia
commestibile, preferisce arvicole, conigli, scoiattoli, lepri,
piccoli animali domestici, ma anche Uccelli, rane, inoltre frutta,
carogne, cereali, pesce e rifiuti. L'accoppiamento avviene in
gennaio, dopo un periodo di corteggiamento anche di 6 settimane; la
gestazione dura 51-52 giorni; il parto avviene nella tana, i cuccioli
(4-5) sono grigio scuri e ciechi fino a 12-14 giorni, verso i 3-4
mesi si rendono indipendenti; la maturità sessuale viene
raggiunta verso i 10 mesi di età. La durata della vita in
cattività può raggiungere i 15 anni, in natura è
drasticamente più bassa, in media sui 3-4 anni
Status:
numerosa.
Distribuzione
generale:
l'intera
regione Paleartica (eccettuata l'Islanda, le isole Artiche, alcune
parti della tundra siberiana e aree di deserto estremo) e la maggior
parte dell'America settentrionale. In Italia: penisola, Sicilia e
Sardegna. In Regione: ovunque in zone di collina e montagna, meno
comune nella Pianura Padana.
Protezione
esistente:
l'abrogato
T.U. 5/6/1939, n. 1016, la includeva tra le specie "nocive".
Oggi la L. 11/02/1992, n. 157 la annovera tra le specie cacciabili
nei periodi indicati; inoltre in quasi tutte le province italiane si
organizzano frequenti battute apposite per la Volpe. Prima che uno
specifico Decreto Ministeriale lo vietasse (novembre 1976) la pratica
dei bocconi avvelenati era tra le più diffuse per il controllo
della specie.
Tratto da "I Mammiferi dell'Emilia-Romagna"
di M.G. Bertusi, T. Tosetti, I.B.C. Regione Emilia-Romagna, 1986
Coluber
viridiflavus (Lacépéde,
1789)
Geonemia:
Entità
S-Europea diffusa dalla Francia alla Spagna settentrionale e in tutta
Italia continentale e peninsulare, Sicilia e Sardegna.
Caratteri
distintivi: Corpo
alquanto slanciato, con capo ovoidale; di regola due squame
preoculari, di cui l'inferiore (suboculare) molto più piccola;
squame dorsali lisce. Colorazione variabile dal giallastro, più
o meno estesamente ricoperto da macchie nerastre disposte a
scacchiera, che caudalmente si fondono in strie longitudinali, con
parti inferiori giallo chiaro, talora pigmentate di scuro
lateralmente (fenotipo viridiflavus), al nero uniforme con macchie
chiare nella regione labiale e golare e parti inferiori da
giallo-bruno a grigio-nerastro (fenotipo carbonarius). Giovani e
subadulti fino al terzo anno di età con dorso grigio-bruno
chiaro debolmente macchiato di scuro e capo nerastro con esili strie
e macchiette gialle. Lunghezza totale massima 200 cm, ma di rado
oltre i 150 cm (maschi maggiori).
Habitat:
Macchie,
margini di boschi, radure, zone rocciose, muri a secco e pietraie;
anche siepi, coltivi e aree antropizzate.
Biologia:
Diurno,
agile e veloce, prevalentemente terricolo; aggressivo e mordace se
catturato. Caccia a vista inseguendo la preda (in prevalenza Sauri,
ma anche piccoli Uccelli e Mammiferi) che viene afferrata e ingollata
ancor viva. Ha tendenze ofidiofaghe, ed è in grado di predare
Serpenti, anche della sua stessa specie; sono noti anche casi di
predazione nei confronti della Vipera comune (Vanni e Lanza, 1977).
L'accoppiamento ha luogo tra aprile e giugno; le uova (5-15) vengono
deposte in luglio e, tra fine agosto e settembre, schiudono neonati
lunghi 20-25 cm.
Note
tassonomiche: Specie
politipica, rappresentata da 3 sottospecie: quella nominale, con
livrea verde gialla, presente in gran parte dell'areale; C. v.
carbonarius Bonaparte, 1833 , tipica dell'Italia nordorientale con
livrea scura; C. v. kratzeri Kramer, 997, endemica dell'Isola di
Montecristo. La proposta di Schatti (1988) di sostituire il nome
generico Coluber Linnaeus, 1758con Hierophis Fitzonger, 1843, è
tuttora discussa .
Distribuzione
regionale: E'
fra i Rettili più diffusi, dalla costa alla pianura interna
fino al crinale appenninico ove raggiunge i 1700 m. Specie ad ampia
valenza ecologica colonizza vari habitat, soprattutto quelli
antropici quali coltivi e zone urbane e forestali con caratteristiche
di cespuglieti e arbusteti.
Tratto
da "Atlante degli Anfibi e dei Rettili dell'Emilia-Romagna"
di S. Mazzotti, G. Caramori e C. Barbieri Museo Civico di
Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, 1999
Ordine: Squamata - Sottordine: Serpentes - Famiglia: Colubridae
Natrix
natrix (Linnaeus
1758)
Geonemia:
Entità
Centroasiatico-Europeo-Mediterranea diffusa in quasi tutta l'Europa
con esclusione delle estreme regioni settentrionali, nel Magrhreb,
dall'Asia minore fino al Lago Baikai. In Italia è presente in
tutta la penisola, Sicilia e Sardegna.
Caratteri
distintivi: Capo
ovoidale, ben distinto dal tronco, di regola con un preoculare;
squame dorsali nettamente carenate. Colorazione di fondo del dorso in
genere grigio-olivastra, ma variabile fino al bruno-nerastro, talora
con due strie longitudinali dorsali chiare; ornamentazione in genere
costituita da due macchie o barre disposte trasversalmente. Sulla
nuca due macchie semilunari nere, talora fuse medialmente, delimitano
posteriormente due macchie bianco-giallastre, non sempre evidenti
negli esemplari adulti, formando il caratteristico collare. Le parti
inferiori sono biancastre con macchie nere che tendono a espandersi a
tutto il ventre procedendo in senso caudale. Lunghezza totale
massima: 110 cm nei maschi, 200 cm nelle femmine.
Habitat:
Zone
umide di ogni tipo, ma anche (soprattutto nel caso delle femmine
adulte) vari altri ambienti, compresi quelli xerici.
Biologia:
Diurna,
è molto agile in acqua, ove spesso caccia Anfibi, loro larve e
Pesci; più di rado preda anche piccoli Mammiferi e Uccelli. Le
femmine adulte si nutrono in particolare di rospi. Da potenziali
predatori si difende con emissioni cloacali fetide, sibili,
appiattimento del capo che appare così più grande e di
forma subtriangolare, falsi attacchi a bocca chiusa, e, nei casi
estremi, fingendosi morta. Gli accoppiamenti hanno luogo tra aprile e
maggio: le femmine depongono poi verso giugno-luglio fino ad un
centinaio di uova agglutinate in ammassi. I neonati vengono alla luce
in settembre e misurano 12-22 cm.
Note
tassonomiche: Specie
politipica rappresentata da numerose sottospecie. Thorpe (1975a;
1975b; 1979; 1984a; 1984b) nell'analisi delle variazioni
intraspecifiche di N. natrix riporta la suddivisione di tre
sottospecie per l'Italia: N. n. cetti Gené, 1838 della
Sardegna; N. n. helvetica (Lacépède, 1789) dell'Italia
centrosettentrionale con esclusione della porzione nordorientale; N.
n. natrix (Linnaeus, 1758) dei Friuli-Venezia-Giulia, e della Pianura
Padana orientale. A queste, secondo Lanza (1983), va aggiunta N. n.
sicula (Cuvier, 1829) della Sicilia e N. n. calabra (Vanni &
Lanza) della Calabria.
Distribuzione
regionale: Specie
ampiamente diffusa in tutto il bacino meridionale padano che non
presenta particolari ripartizioni territoriali. Il suo spettro
altitudinale copre tutte le fasce dal livello del mare fino a 1907 m
con una frequenza superiore al 50 % in quella pianiziale. Predilige
gli ambienti umidi quali i corsi d'acqua, i canali e i fossati
ma è presente anche in ambienti antropici come aree urbane e
in quelli forestali.
Tratto
da "Atlante degli Anfibi e dei Rettili dell'Emilia-Romagna"
di S. Mazzotti, G. Caramori e C. Barbieri Museo Civico di
Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, 1999
Ordine: Squamata - Sottordine: Sauria - Famiglia: Lacertidae
Podarcis
sicula
(Rafinesque,
1810)
Geonemia:
Entità
E-Mediterranea diffusa in tutta italiana, in Sicilia, Sardegna e
Corsica, dall'Istria lungo le coste dalmate fino al ontenegro. è
stata acclimatata a Minorca (Baleari), presso Almeira (Spagna sud
occidentale), nell'isola provenzale di Chateau d'If, nelle isole del
Mar di Marmara e nei pressi di Philadelfia (U.S.A.).
Caratteri
distintivi:
Colorazione
del dorso verde con bande temporali longitudinali scure. Banda
occipitale costituita da macchie nere; strie sopracciliari di regola
continue interrotte alle squame sopratemporali, talvolta proseguenti
fino all'occhio, ma sfumate. Generalmente sono presenti due o più
macchie azzurre all'attaccatura delle zampe anteriori. Gola e parti
ventrali di regola chiare e immacolate. Maschi con livrea
generalmente più brillante e marcata, di maggiori dimensioni e
con pori femorali evidenti. Squame ventrali di forma subrettangolare.
Lunghezza totale massima 26 cm.
Habitat:
Margini
di boschi, boscaglie, radure e prati, coltivi, aree urbane, pietraie,
cataste di legna, pinete litoranee, litorali sabbiosi, dune con
vegetazione scarsa, alvei di torrenti e fiumi, sponde di laghi e
stagni.
Biologia:
Preda
essenzialmente Insetti ed altri invertebrati terrestri. Spesso
convive con Podarcis muralis dimostrandosi più competitiva
nella ricerca del cibo. Le femmine depongono fino a 9 uova in buche
scavate dalle stesse con le zampe anteriori alla base di cespugli. E'
predata da vari Serpenti, Mammiferi e Uccelli.
Note
tassonomiche:
Specie
politipica, per l'Italia sono descritte varie sottospecie. In Regione
è rappresentata dalla ssp. campestris (De Betta, 1857) diffusa
nell'Italia settentrionale e centrale.
Distribuzione
regionale:
Prevalentemente
distribuita nel settore planiziale e costiero fino a quello
collinare. In alcune stazioni appenniniche con caratteristiche
termofile può raggiungere quote elevate: quella massima
rilevata è di 1068 m. Gli ambienti preferenziali sono habitat
forestali e antropici, in particolare cespuglieti, arbusteti,
incolti, radure e aree urbane.
Tratto
da "Atlante degli Anfibi e dei Rettili dell'Emilia-Romagna"
di S. Mazzotti, G. Caramori e C. Barbieri Museo Civico di
Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, 1997
Hyla
arborea
(Linnaeus,
1785)
Geonemia:
Entità
centrosudeuropeo-asiatica, diffusa in tutta l'Europa
centro-meridionale eccetto il sud della Penisola Iberica e della
Francia e le Baleari; si spinge a est fino al Giappone.
Caratteri
distintivi:
Epidermide
liscia sul dorso, granulosa sul ventre, muso arrotondato, dita
provviste di dischi adesivi alle estremità. Colorazione
dorsale verde brillante uniforme, ma variabile, a seconda dello stato
fisiologico, dall'olivastro al grigio-bruno; fianchi attraversati da
una stria giallastra che, dall'occhio e attraverso il timpano, giunge
all'inguine, ove presenta un breve prolungamento verso il dorso.
Parti ventrali biancastre, con gola che, nei maschi, appare
bruno-giallastra per la presenza di un sacco vocale esterno.
Lunghezza massima di circa 6 cm, mediamente inferiore nei maschi
rispetto alle femmine. Larva caratterizzata da occhi in posizione
laterale, coda appuntita e provvista di creste alte a margine
convesso, estese anche sul corpo; colorazione olivastra-giallastra,
più chiara sul ventre; lunghezza massima 5 cm.
Habitat:
Arboricola,
vive su alberi, arbusti, canneti, in prossimità di ambienti
umidi, anche temporanei e di limitata estensione, in cui scende nel
periodo degli amori; è resistente all'aridità e in
grado di vivere anche a notevole distanza dall'acqua.
Biologia:
La
fregola ha luogo generalmente tra la fine di marzo e maggio: i maschi
sono i primi a scendere in acqua ove, con il loro sonoro gracidio,
richiamano le femmine all' accoppiamento. Le ovature, masserelle
gelatinose grandi quanto una noce, cadono sul fondo o si attaccano
alla vegetazione sommersa; la metamorfosi ha luogo in 2-3 mesi. Gli
adulti si nutrono soprattutto di Insetti catturati in volo.
Note
tassonomiche:
Specie
politipica, rappresentata in Europa dalla sottospecie nominale. La
specie presente in Emilia-Romagna è attualmente classificata
come Hyla intermedia.
Distribuzione
regionale: È
diffusa in tutto il territorio di pianura e sull'Appennino, ove
appare più frequente a quote basse.
Tratto
da "Gli Anfibi e i Rettili dell'Emilia-Romagna" di S.
Mazzotti, G. Stagni, I.B.C. Regione Emilia-Romagna - Museo Civico di
Storia Naturale di Ferrara, 1993
Lacerta
viridis
(Laurenti,
1768)
Geonemia:
Entità
S-Europea diffusa dall'Europa centromeridionale fino all'Asia minore,
assente in quasi tutta la Penisola Iberica, e nelle isole
mediterranee. In Italia è presente lungo tutta la penisola e
in Sicilia.
Caratteri
distintivi:
Dorso
con colorazione di fondo verde brillante, talvolta con reticolo scuro
sovrapposto. Nelle femmine e nei giovani spesso sono presenti delle
striature longitudinali dorsolaterali, interrotte o continue. Nei
maschi nel periodo della fregola e, in misura minore anche nelle
femmine, la gola presenta un'evidente colorazione blu. Squame
ventrali di forma trapezoidale.
Lunghezza totale massima 45
cm.
Habitat:
Margini
di boschi, cespuglieti, siepi, radure erbose, prati, coltivi, alvei
di fiumi, aree urbane, pinete litoranee, pietraie.
Biologia:
Velocissimo,
vivace e mordace preda vari invertebrati e piccoli Vertebrati
terricoli quali micromammiferi; si nutre anche di uova di Uccelli, di
Sauri e piccoli ofidi. I maschi presentano uno spiccato comportamento
territoriale e danno luogo spesso a combattimenti ritualizzati. La
femmina depone sotto pietre o in buche da lei scavate, fino ad oltre
20 uova. Durante l'inverno i ramarri svernano in cavità del
suolo, sotto pietre o sotto le radici degli alberi.
Note
tassonomiche:
Specie
politipica che annovera numerose sottospecie. Recentemente Rykena
(1991) e Amann et al. (1997), sulla base di studi biochimici e
morfologici, hanno proposto la suddivisione delle popolazioni europee
in due specie distinte: quelle occidentali (Spagna, Francia e
Germania occidentale) sarebbero ascrivibili a Lacerta bilineata
Daudin, 1802, mentre quelle orientali a L. viridis. La definizione
dei limiti geografici della nuova specie di Ramarro europeo non è
però ancora certa ed in particolare non vi sono riferimenti
decisivi per le popolazioni padane, per questi motivi in questa sede
manteniamo la denominazione tradizionale.
Distribuzione
regionale:
Diffusa
su tutto il territorio regionale dall'Appennino alla pianura interna
fino al litorale. Ha un'ampia distribuzione altitudinale con
prevalente frequenza nelle fasce planiziali e collinari; la quota
massima rilevata è di 1427 m. Specie ad ampia valenza
ecologica è presente in vari ambienti, particolarmente in
quelli forestali caratterizzati da cespuglieti e arbusteti e siepi,
frequente anche in ambienti antropici come incolti e radure e aree
urbane.
Tratto da "Atlante degli Anfibi e dei Rettili
dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G. Caramori e C. Barbieri
Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna,
1997
Rana
dalmatina
(Bonaparte,
1840)
Geonemia:
Entità
Sud-Europea diffusa dalla Francia sino all'estremo nord della Spagna;
a nord fino alla Danimarca e alla Svezia meridionale, nell'Europa
centrale e nella Penisola Balcanica, in tutta Italia peninsulare e la
Sicilia.
Caratteri
distintivi:
Corpo
relativamente slanciato, con muso appuntito. Macchia temporale ben
marcata, con al centro un timpano grande ed evidente: inferiormente
questa è delimitata da una netta banda sopralabiale chiara che
si prolunga fin sotto l'occhio e prosegue, più sfumata, verso
la punta del muso. Se distesi in avanti lungo il tronco, gli arti
posteriori raggiungono o superano la punta del muso con
l'articolazione tibio-tarsica. Colorazione dorsale
bruno-giallastra-rossastra, gola e parti inferiori biancastre,
regione inguinale e femorale spesso giallastre. Lunghezza massima 9
cm; i maschi sono più piccoli con arti inferiori più
robusti e provvisti, sul lato interno del primo dito di una callosità
grigiastra. Larva con coda appuntita, cresta dorsale convessa, in
parte estesa sul dorso, di colore bruno-giallastro con macchie
dorate, lunga fino a 6 cm.
Habitat:
Boschi
e boscaglie, anche xerofili, radure, campi e prati umidi: tra le
nostre rane è la meno legata all'acqua, che frequenta solo nel
periodo riproduttivo (per lo più pozze e stagni, ma anche
ruscelli a lento corso).
Biologia:
Molto
ben adattata agli habitat terricoli, in cui si muove con lunghi e
agili salti, non è però altrettanto abile nel nuoto; la
fregola ha inizio talora già a febbraio, di norma tra marzo e
aprile. Le ovature sono masse gelatinose sferoidali delle dimensioni
di un pugno, vengono ancorate alla vegetazione o a rami sommersi,
oppure lasciate galleggiare in superficie; la metamorfosi delle larve
ha luogo a 2-3 mesi dalla schiusa. Assai resistente al freddo, la si
vede spesso in attività anche in inverno.
Note
tassonomiche:
Specie
monotipica.
Distribuzione
regionale:
Diffusa
sull'intero territorio ma in modo discontinuo, rara nelle aree
fortemente antropizzate. Nella distribuzione per fasce altitudinali
presenta una frequenza decrescente all'aumentare delle altitudini,
raggiungendo la quota massima a 1667 m. Predilige gli ambienti
forestali e nel periodo riproduttivo è frequente in corsi
d'acqua, pozze e sorgenti.
Tratto da "Atlante degli
Anfibi e dei Rettili dell'Emilia-Romagna" di S. Mazzotti, G.
Caramori e C. Barbieri Museo Civico di Storia Naturale di
Ferrara - Regione Emilia-Romagna, 1997
Vipera
aspis
(Linnaeus,
1758)
Geonemia:
Entità
S-Europea diffusa dalla Francia nordoccidentale alla Spagna
settentrionale fino alla Svizzera sudoccidentale. E' presente in
tutta Italia continentale, peninsulare e in Sicilia.
Caratteri
distintivi:
Capo
relativamente tozzo e massiccio, coda breve, sopratutto nelle
femmine; capo subtriangolare, ben distinto dal tronco. Muso squadrato
con apice saliente; occhio con pupilla verticalmente ellittica,
separato dalle squame sopralabiali da 2 (talora 1) serie complete di
placchette. Squame dorsali nettamente carenate. Colorazione di fondo
del dorso variabile dal bruno-giallastro al rossastro, al
bruno-olivastro fino al nero: su di essa si osserva un'ornamentazione
assai variabile, che negli esemplari della regione ha per lo più
forma di barre trasversali bruno-nerastre, più nette e marcate
nei maschi. Parti ventrali dal bruno-giallastro (femmine) al
grigio-nerastro (maschi), con macchie chiare laterali. La massima
lunghezza totale citata è di 94 cm, ma di rado supera i 75 cm
(maschi maggiori).
Habitat:
Boschi
e loro margini, radure, macchie e boscaglie, pietraie e zone
rocciose, litorali sabbiosi.
Biologia:
Diurna,
ma in parte anche notturna, la sua fisiologia ed ecologia sono
strettamente correlate alle condizioni termiche dell'ambiente, e in
particolare del substrato: in fase di termoregolazione, al mattino,
quando il suolo è ancora freddo, si espone al sole su accumuli
vegetali o salendo su bassi arbusti. Durante le ore più calde
della giornata rimane in genere al riparo della vegetazione,
esponendosi nuovamente al sole verso il tramonto, e restando in
attività anche la notte se la temperatura del suolo lo
consente. Caccia di preferenza piccoli Mammiferi, ma anche Sauri e
Uccelli: ha abitudini sedentarie, restando in genere legata ad un
ristretto spazio vitale. L'accoppiamento ha luogo in aprile e i
piccoli (fino a una decina, lunghi 12-20 cm) nascono verso fine
agosto-settembre.
Note
tassonomiche:
Specie
politipica caratterizzata da notevole polimorfismo. Vengono
riconosciute cinque sottospecie, le tre presenti in Italia secondo
Zuffi & Bonnet (1998) hanno la seguente ripartizione
territoriale: V. a. atra Meisner, 1820 dell'area alpina
nordoccidentale, V. a. francisciredi Laurenti, 1768 delle alpi centro
orientali e dell'Italia peninsulare sino alla Campania e alla Puglia
settentrionale e V. a. hugy Schinz, 1833 dell'Italia meridionale,
Sicilia e Isola di Montecristo.
Distribuzione
regionale:
Specie
prevalentemente diffusa nel distretto appenninico e in alcuni settori
della pianura padana in particolare nella porzione nordorientale. Ha
un ampio spettro altitudinale che dal livello del mare raggiunge i
1950 m. Segnalazioni antecedenti al 1970 rilevano la sua presenza a
quote superiori a 2000 m. La ripartizione delle frequenze nelle fasce
altitudinali evidenzia come le quote maggiori spettino a quelle da
600 a 900 m. Fra gli habitat preferenziali di questo viperide abbiamo
quelli forestali, un'alta frequenza dei rilevamenti si riscontra
anche in habitat antropici come incolti e radure e aree urbane. In
quest'ultimo caso sono stati rilevati numerosi casi di presenza in
giardini e parchi di ville presenti nella pianura padana.
Tratto
da "Atlante degli Anfibi e dei Rettili dell'Emilia-Romagna"
di S. Mazzotti, G. Caramori e C. Barbieri Museo Civico di
Storia Naturale di Ferrara - Regione Emilia-Romagna, 1999
Piccolo passeriforme forestale diffusamente presente nelle campagne e nei giardini di pianura. Maschio e femmina presentano una livrea diversa, con la femmina dotata di vertice rossiccio anziché nero. Delimita il territorio riproduttivo con un canto gradevole. Si nutre di piccoli insetti.
Cardellino - Carduelis carduelis
Inconfondibile per il vistoso colore del piumaggio, questo grazioso fringillide ha subito un certo decremento numerico negli ultimi anni. Nidifica sui piccoli alberi dei viali e dei giardini urbani, dove subisce le frequenti incursioni predatorie di gazze e ghiandaie. Si nutre prevalentemente di piccoli semi.
Codirosso - Phoenicurus phoenicurus
Piccolo passeriforme migratore, è diffuso soprattutto in ambiente collinare e montano. La specie frequenta anche l’ambiente urbano di pianura, dove ricerca gli insetti di cui si nutre e nidifica in cavità di ruderi e di vecchi edifici. E’ localmente poco frequente.
Cornacchia grigia - Corvus corone cornix
Grosso corvide in rapida espansione; attualmente è presente e frequente nei giardini e nei parchi urbani, in cui nidifica. Le preferenze alimentari sono assai simili a quelle della gazza e parimenti rilevante risulta l’impatto predatorio sulla piccola fauna.
Splendido galliforme asiatico introdotto in Europa in epoca romana. L’habitat ideale della specie è rappresentato dalla campagna delle siepi e dei cereali, dove nidifica abitualmente. E’ oggetto delle assidue attenzioni dei cacciatori, con frequenti ripopolamenti.
Fringuello - Fringilla coelebs
Fringillide forestale che frequenta i parchi ed i giardini urbani dotati di grandi alberi, su cui nidifica. E’ specie territoriale ed il suo canto modulare riempie le giornate primaverili ed estive. Si nutre di semi, bacche e insetti.
Corvide di spiccata intelligenza e adattabilità, inconfondibile per l’elegante piumaggio e per la lunga coda. Frequenta l’ambiente rurale, ma si spinge in prossimità delle abitazioni ed in ambiente urbano. Costruisce voluminosi nidi alla sommità degli alberi. Abile predatore, si nutre di insetti, piccoli vertebrati, nidiacei, uova, carcasse di animali, semi e frutta.
Tra le specie di uccelli che frequentano i giardini urbani è certamente la più diffusa e la più confidente. Stanziale, nidifica su alberi ed arbusti, prediligendo i sempreverdi ed i grovigli di rampicanti. Si nutre di lombrichi, invertebrati in genere, frutti e bacche.
Passera d’Italia - Passer italiae
Frequentissimo nell’ambiente urbano, cui garantisce una sorta di “colonna sonora” permanente con i propri richiami, è la specie che più d’ogni altra vive a stretto contatto con l’uomo. Nidifica sotto le tegole degli edifici urbani e rurali e si nutre di semi, insetti e frutti maturi.
Pettirosso - Erithacus rubecula
E’ la specie più frequente nei giardini urbani durante i mesi invernali, quando le popolazioni alpine della specie migrano verso la pianura. E’ vivace e combattivo e difende il territorio anche durante l’inverno, azzuffandosi con i concorrenti e diffondendo le note caratteristiche del suo canto.
Scricciolo - Troglodytes troglodytes
Minuscolo passeriforme che nidifica in ambiente collinare e montano e trascorre l’inverno in pianura. Frequenta i campi, gli orti ed i giardini, frugando tra gli sterpi rinsecchiti alla ricerca di piccoli insetti.
Frequente in ambiente urbano, dove nidifica sotto le tegole dei vecchi edifici, dopo la stagione riproduttiva si trasferisce nella campagna, formando bande numerosissime che arrecano talvolta seri danni alle colture viticole. Presenta una dieta mista, che comprende insetti, semi e frutti diversi.
Strix
aluco
Descrizione:
Politipico: Sessi simili. Lunghezza 37-39 cm; apertura alare 94-104
cm. Peso medio 310-650 g. Femmina fino al 10% piú grande del
maschio. Ciuffi auricolari assenti. Piumaggio variabile
indipendentemente dal sesso e dall'età. Presente in due forme
grigia e rossiccia. Parti superiori, dal grigio al rossiccio con
strie scure piú o meno evidenti. Primo adulto, simile
all'adulto. Muta tra maggio e novembre. La silhouette in volo é
compatta, con ali arrotondate, coda corta, testa grossa. Da posato,
mostra forma massiccia, con testa voluminosa senza "orecchie".
Il richiamo del maschio consiste in un ululato tremolante interrotto
da una pausa di 2-5 secondi, emesso 2-3 volte al minuto. Il richiamo
della femmina é simile, ma piú acuto e meno variabile.
Altre note accompagnano le varie fasi del biociclo. L'attività
vocale é massima al tramonto, da ottobre a
marzo.
Distribuzione
e fenologia:
Regione paleartica. In Europa, Dal Mediterraneo alla Scandinavia,
fino al 64 grado N. Manca in Islanda, Irlanda e dalla maggior parte
delle isole mediterranee. In Italia, dalle Alpi alla Sicilia, manca
in Sardegna e nel Salento (?). Sedentario.
Popolazione:
Dati poco eSaurienti. Considerato stabile in centro Europa. In
incremento in Finlandia, Olanda, Gran Bretagna, Complessivamente ben
rappresentato. In Italia oltre 10.000 coppie.
Habitat:
Zone boscose. Anche in parchi e giardini con adatta struttura
vegetazionale. Generalmente al di sotto dei 1600 m. in Europa, fino
oltre i 2000 in Asia.
Alimentazione:
Piuttosto varia, a seconda dei luoghi e dei periodi. Cattura animali
che vanno dalle dimensioni di un grosso insetto ad un giovane
coniglio. Le prede piú frequenti sono roditori, Uccelli,
Anfibi. Anche mustehidi, Rapaci, Rettili e pesci. Le borre variano
dal grigio al nero, contengono anche terriccio e resti vegetali
(30-70x18-30).
Comportamento
generale:
Notturno, salvo eccezioni. Caccia all'agguato, da posatoi
preferenziali. Nelle aree aperte, puó cacciare anche in volo
esplorativo, a pochi metri dal suolo con traiettoria a zig-zag. Le
prede vengono ghermite generalmente sul terreno, occasionalmente in
aria. Puó fare lo "spirito santo" e catturare le
prede sulla superficie dell'acqua. Durante il giorno staziona in
luoghi riparati, come cavità di alberi, rocce, ruderi,
ecc.
Riproduzione:
Nidifica in cavità. Depone tra febbraio ed aprile. Covata di
2-5 uova (1-3). Intervallo di deposizione 3-4 giorni. Incubazione di
28-30 giorni, svolta dalla sola femmina. Periodo d'involo di 32-37
giorni. Giovani indipendenti a 120- 130 giorni. E della prima
nidificazione, 1-2 anni. Produttività 1-3.
In
Emilia-Romagna:
Presente tutto l'anno, nidificante. Si riproduce dal livello del mare
ai 1300 metri circa. Piú comune nella fascia appenninica.
Popolazione nidíficante probabilmente di oltre 1000 coppie.
Stabile e con produttività nella norma Scarso o assente nelle
zone senza boschi e con agricoltura intensiva.
Tratto
da "I Rapaci dell'Emilia-Romagna" , Regione Emilia-Romagna,
1992; aggiornato dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004
Otus
scopus
Descrizione:
Politipico. Sessi simili. Lunghezza 19-20 cm; apertura alare 53-63
cm. Peso medio 55-130 gr. (variabile stagionalmente). Femmina poco
piú grande del maschio. Ciuffi auricolari presenti.
Superiormente grigio-bruno, con sfumature rossicce e macchiettatura
pallida. Parti inferiori grigio castane, con striature e marezzature
scure. Dischi facciali grigio-chiari. Nel complesso, il piumaggio
varia tra due forme, grigia e rossiccia, con gradi intermedi. Primo
adulto simile all'adulto. Muta tra l'autunno e la primavera. Volo
leggero ed ondulato. Il canto emesso sia in migrazione che in periodo
riproduttivo, consiste in un monotono "tchiu ... tchiu ... tchiu
..." ripetuto ad intervalli di alcuni secondi per tempi anche
molto lunghi.
Distribuzione
e fenologia:
Regione paleartica. In Europa, area mediterranea e sarmatica fino al
57 N. In Italia manca nella regione alpina e alle quote elevate della
dorsale appenninica. Migratore tranne le popolazioni piú
meridionali. Sverna nei paesi mediterranei ed in Africa a sud del
Sahara. La migrazione autunnale va da luglio ad ottobre; quella
primaverile da marzo a maggio.
Popolazione:
Dati scarsi e contrastanti. In probabile decremento nelle aree
investite da un uso irrazionale di pesticidi in agricoltura.
Localmente abbondante. In Italia forse oltre 10.000 coppie
nidificanti.
Habitat:
Ambienti aperti in genere, anche di tipo rurale o suburbano. Fino ai
1500 m. nella regione alpina, ai 2000 m. in URSS.
Alimentazione:
Prevalentemente Insetti ed altri invertebrati. In piccola misura
anche micromammiferi, Uccelli, Rettili e Anfibi. Le borre sono
difficili da reperire poiché si sfaldano in breve tempo;
contengono soprattutto chitina (20-35x10-12).
Comportamento
generale:
Caccia all'agguato da posatoi preferenziali, in ambienti aperti o con
alberi radi. Puó ghermire Insetti in volo dopo brevi
inseguimenti. Di giorno riposa tra la vegetazione, tenendosi
generalmente vicino al tronco. Se disturbato, allunga il corpo e
rizza i ciuffi auricolari.
Riproduzione:
Presente di norma da marzo a settembre, come migratore o estivo.
Nidifica dal livello del mare ai 600 metri circa, con un numero di
coppie probabilmente inferiore alle 500. Localizzato per lo piú
nella pianura e nella fascia pedemontana piú calda.
soprattutto in Romagna. Scarso o assente nelle zona con agricoltura
intensiva. Molto diminuito rispetto agli anni '50 sebbene forse
attualmente stabile. Contingenti migratori scarsi.
In
Emilia-Romagna:
Presente tutto l'anno, nidificante. Si riproduce dal livello del mare
ai 1300 metri circa. Piú comune nella fascia appenninica.
Popolazione nidíficante probabilmente di oltre 1000 coppie.
Stabile e con produttività nella norma Scarso o assente nelle
zone senza boschi e con agricoltura intensiva.
Tratto da "I
Rapaci dell'Emilia-Romagna" , Regione Emilia-Romagna, 1992;
aggiornato dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004
Tyto
alba
Descrizione:
Politipico.
Sessi simili. Lunghezza 33-35 cm; apertura alare 85-93 cm. Peso medio
280-450 g. Femmina poco piú grande del maschio. Ciuffi
auricolari assenti. Parti superiori camoscio o castane, con
marezzature grigie e macchie pallide. Parti inferiori bianche, con
piccole macchie scure sul petto e sui fianchi; a volte con sfumature
castane. Primo adulto, simile all'adulto. Muta parziale tra giugno e
novembre. Volo morbido ed elegante, spiccano le ali lunghe rispetto
alla coda corta; la testa appare grossa e mobile. La voce è
simile ad un grido soffocato, sibilante e tremolante, emesso
comunemente anche in volo, dura circa un paio di secondi. Più
frequente in periodo riproduttivo.
Distribuzione
e fenologia:
Cosmopolita.
In Europa, dal Mediterraneo fino al 58 grado nord. Manca in Islanda.
In Italia, manca alle quote elevate della regione alpina e della
dorsale appenninica. Sedentario.
Popolazione:
Dinamica
fluttuante in relazione alla disponibilità di prede. In
diminuzione dall'inizio del secolo in molti paesi europei, causa
persecuzione, ammodernamento dell'ambiente rurale, pesticidi.
Limitato dall'innevamento e dalle basse temperature. In Italia oltre
5000 coppie nidificanti.
Habitat:
Ambienti
aperti di vario genere, comprese zone umide, rurali e suburbane.
Generalmente al di sotto dei 600 metri in Europa; anche a quote più
elevate altrove.
Alimentazione:
Eclettico.
Soprattutto micromammiferi. Secondariamente Uccelli, Rettili, Anfibi
ed Insetti. Saltuariamente, pipistrelli, lagomorfi, mustelidi. Le
borre hanno un colore nero brillante e contengono le ossa delle prede
in ottimo stato di conservazione (50x27).
Comportamento
generale:
Parzialmente
diurno in inverno. Caccia sia all'agguato, da posatoi preferenziali,
sia in volo esplorativo a pochi metri dal suolo. Può fare lo
"spirito santo". Le prede vengono normalmente ghermite a
terra, tranne il caso degli Uccelli che possono essere catturati in
aria, grazie all'agilità del volo. Sembra avere due cicli di
attività predatoria per notte. Durante il giorno staziona in
nascondigli ben riparati.
Riproduzione:
Nidifica
in cavità di rocce o alberi e costruzioni. Anche più
deposizioni da febbraio a dicembre; generalmente tra marzo ed agosto.
Covata di 4-7 uova (2-14). Intervallo di deposizione di 2-3 giorni.
Incubazioni di 30-31 giorni, svolta dalla sola femmina. Periodo
d'involo di 50-55 giorni. Giovani indipendenti a circa 80-90 giorni.
Età della prima nidificazione l-2 anni. Produttività
2-3, ma variabile.
In
Emilia-Romagna:
Presente
tutto l'anno, come nidificante, erratico e svernante. Si riproduce
dal livello del mare ai 1000 m. circa con poche centinaia di coppie
(4-500). Più comune nella fascia appenninica medio bassa.
Negli ultimi decenni si è fortemente rarefatto in aree ove un
tempo era molto diffuso; le cause di ciò sono probabilmente
dovute all'agricoltura moderna con forte uso di pesticidi. Gli
erratici e gli svernanti sono valutabili in qualche centinaioa
seconda degli anni. La specie è soggetta a forti fluttuazioni,
sia come nidificante sia come svernante.
Tratto da "I
Rapaci dell'Emilia-Romagna" , Regione Emilia-Romagna, 1992;
aggiornato dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004
Athene
noctua
Descrizione:
Politipica.
Sessi simili. Lunghezza 21-23 cm; apertura alare 54-58 cm. Peso medio
105-215 g. Femmina leggermente più grande del maschio. Ciuffi
auricolari assenti. Parti superiori castane, con sfumature rossicce e
macchie crema che dalla testa, andando verso le parti posteriori,
formano un disegno a "V". Dischi facciali non marcati con
colore di fondo biancastro. Parti inferiori bianco giallastre, con
striatura bruna. Primo adulto simile all'adulto. Muta da giugno a
novembre. Volo ondulato, generalmente radente il terreno, con battiti
alternati a scivolate. Vasto repertorio vocale. Il maschio emette un
dolce e malinconico "hu-u-ou", ripetuto ad intervalli di
lunghezza variabile. L'attività canora è massima in
periodo riproduttivo, in particolare da dicembre ad
aprile.
Distribuzione
e fenologia:
Regione
paleartica ed etiopica. In Europa, dal Mediterraneo agli stati
baltici fino al 57 grado N. Manca in Irlanda. In Italia, manca alle
quote elevate della regione alpina e della dorsale appenninica.
Ovunque sedentaria.
Popolazione:
Fluttuante,
specialmente alle maggiori latitudini. Risente negativamente dei
rigori invernali e dell'innevamento, fattori influenti la dinamica.
Complessivamente ancora ben rappresentata, anche se in recente
decremento in molte aree europee. In Italia oltre 10.000 coppie
nidificanti.
Habitat:
Ambienti
aperti di qualsiasi tipo, con alberi sparsi, in filari o in macchie.
Anche zone suburbane, paesi e città. Generalmente al di sotto
degli 800 m. in Europa, fino ai 2000 m nel Caucaso, ai 2800 negli
Altay.
Alimentazione:
Soprattutto
piccoli Mammiferi, in particolare arvicole e topi. In certi periodi
dell'anno ed a seconda dei luoghi, anche piccoli Uccelli ed Insetti
in buona quantità. Inoltre, Rettili ed Anfibi. Le borre hanno
le estremità arrotondate e possono contenere resti vegetali
(20-40x10-20).
Comportamento
generale:
Parzialmente
diurna. Caccia soprattutto all'agguato, appostata su un albero, un
palo od un altro punto dominante. Staziona anche sul terreno alla
ricerca di Insetti. Nelle giornate ventose può fare lo
"spirito santo". Ghermisce le prede generalmente sul
terreno, a parte Insetti o piccoli Uccelli catturati in aria o su
posatoi e nidi mentre dormono. Può accumulare le prede in
dispense. Di giorno può riposare anche in piena
vista.
Riproduzione:
Nidifica
in cavità naturali ed artificiali. Depone da marzo a maggio.
Covata di 2-5 uova (1-7). Intervallo di deposizione 1 giorno.
Incubazione di 27-28 giorni, svolta dalla sola femmina. Periodo
d'involo 30-35 giorni, occasionalmente fino a 43. Giovani
indipendenti a 65-80 giorni. Età della prima nidificazione, I
anno. Produttività circa 2-3.
In
Emilia-Romagna:
Presente
tutto l'anno, nidificante. Si riproduce in pianura e nella fascia
appenninica fino a 800-1000 m circa. Più comune alle quote
basse. La popolazione nidificante presenta delle fluttuazioni; conta
1500-2000 coppie. La specie è di norma stabile e con
produttività nella norma. E' comunque regredita, rispetto al
passato, nelle aree con agricoltura intensiva.
Tratto da "I
Rapaci dell'Emilia-Romagna" , Regione Emilia-Romagna, 1992;
aggiornato dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004
Falco
peregrinus
Descrizione:
Politipico.
Sessi simili. Lunghezza 36-48 cm (coda 10-13 cm); apertura alare
95-110 cm. Peso medio 400-1000 g. Femmina fino al 15% più
grande del maschio. Parti superiori grigio ardesia scuro. Parti
inferiori bianco rosate, con barratura nera sul petto, più o
meno accentuata. Remiganti nero lavagna superiormente, grigie con
barratura chiara inferiormente. Testa nera. Mustacchi larghi e neri.
Gola e lati del collo bianchi. Giovane, superiormente ardesia
marrone, inferiormente crema, con gocciolatura scura e fitta. Testa e
mustacchi bruno scuri. Muta da agosto a dicembre. Volo potente e
veloce, con battiti non molto profondi. In volteggio e scivolata le
ali sono piatte o leggermente abbassate. Piuttosto chiassoso, emette
richiami acuti, schiocchi e pigolii prolungati.
Distribuzione
e fenologia:
Cosmopolita.
In Europa, dal Mediterraneo alla Lapponia. Manca in Islanda. In
Italia manca nelle pianure . Migratrici le popolazioni nordiche ed
orientali, sverna nell'area atlantico-mediterranea ed in
centroeuropa. La migrazione autunnale avviene in settembre-ottobre;
quella primaverile, in marzo aprile.
Popolazione:
Tranne
rari esempi locali, marcato decremento in tutto il Paleartico
occidentale dalla seconda metà del secolo, per persecuzione e
avvelenamento. Attualmente in recupero, dopo la riduzione od il
divieto dell'uso dei pesticidi organoclorurati e dove effettivamente
protetto. In Italia viene stimata un popolazione nidifícante
di circa 500 coppie (molto cospicua nell'ambito dei paesi
CEE).
Habitat:
Ambienti
aperti con emergenze rocciose. Anche falesie. Fino ai 1500 m. nel
Centroeuropa; oltre i 300 m. nel Caucaso.
Alimentazione:
Quasi
esclusivamente Uccelli, dalle dimensioni di un passero a quelle di un
colombaccio. Occasionalmente piccoli Mammiferi terrestri,
pipistrelli, Insetti.
Comportamento
generale:
Caccia
di norma in volo esplorativo, attaccando e ghermendo le prede in
aria. Sfrutta picchiate in aria rapidissime. Eccezionalmente può
bloccarsi in "spirito santo". Trascorre molto tempo su
posatoi preferenziali, generalmente rocce.
Riproduzione:
Sedentario.
Nidifica su rocce. Depone tra la fine di febbraio ed i primi di
aprile. Covata di 3-4 uova (2-6). Intervallo di deposizione di 2-3
giorni. Incubazione di 29-32 giorni; da entrambi i sessi. Periodo
d'involo di 35-42 giorni. Giovani indipendenti a 80 o più
giorni. Età della prima nidificazione 2/3 anni (a volte anche
in piumaggio juvenilis, nel primo anno). Produttività circa
1,5.
In
Emilia-Romagna:
Presente
tutto l'anno come migratore, nidificante e svernante. Si riproduce
nella fascia appenninica dai 100 ai 1200 m circa Nell'Appennino
settentrionale è presente una popolazione stimata tra le 40 e
le 50 coppie nidificanti in Emilia-Romagna. Nel complesso stabile o
in leggero aumento dopo una forte flessione tra il 1960 e il 1975.
Produttività nella norma, aumentata nelle località ove
le coppie vengono sorvegliate evitando il saccheggio dei nidi per
lucro o falconeria (programma condotto in Emilia-Romagna dal WWF con
finanziamenti regionali).
Tratto da "Carta delle
vocazioni faunistiche del territorio" , Regione Emilia-Romagna,
1978; aggiornato dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004
Asio
otus
Descrizione:
Politipico.
Sessi simili. Lunghezza 35-37 cm.; apertura alare 90-100 c. Peso
medio 205-425 g. Femmina fino al 10% più grande del maschio.
Ciuffi auricolari presenti. Parti superiori castane più o meno
scure, con strie e marezzature brune spesso più marcate sul
dorso. Parti inferiori da biancastre a rossastre, con strie e macchie
nerastre. Nella zone carpale inferiore vi è una semiluna nera
ben evidente. Dischi facciali castani con tonalità variabile a
seconda delle forme. Primo adulto simile all'adulto. Muta tra maggio
e novembre. Il volo è morbido con battiti leggeri, poco
profondi alternati a scivolate con ali leggermente rialzate. Il
repertorio vocale é vasto in periodo riproduttivo. Il maschio
emette un "hu" ripetuto ogni 2,5 secondi circa, in serie
che vanno da 100 a 200. La femmina emette un suono nasale simile ad
una trombetta, lungo circa un secondo, ripetuti ad intervalli di 2-8
secondi circa.
Distribuzione
e fenologia:
Regione
olartica ed etiopica. In Europa, dal Mediterraneo alla Scandinavia,
fino al 67° grado nord. Manca in Islanda. In Italia, manca in
Sardegna, localizzato nel Sud ed in Sicilia. Migratrici le
popolazioni più nordiche, sverna a sud del 58° grado Nord.
Movimenti più o meno regolari, che vanno da settembre a
dicembre verso sud, e da marzo a giugno verso nord.
Popolazione:
Dati
scarsi. Fluttuante, dipende dalla disponibilità di prede.
Segnalato in decremento in Gran Bretagna, in aumento in Olanda e in
Belgio. Ancora complessivamente presente con discreti effettivi. In
Italia probabilmente più di 1000 coppie nidificanti.
Habitat:
Ambienti
aperti con alberi sparsi, in filari o in macchie. Anche zone boscose
alternate a zone aperte. Generalmente al di sotto degli 800 m. in
Europa: fino ai 3000 m. ed oltre in Asia.
Alimentazione:
Prevalentemente
piccoli roditori, arvicole microtinae in particolare. Secondariamente
Uccelli, mediamente delle dimensioni di un passero. Occasionalmente
pipistrelli, Rettili, Anfibi. Le borre sono grigie, allungate
ricoperte di muco da fresche, di una solida pellicola da secche
(20-70 x 14-27).
Comportamento
generale:
Generalmente
notturno, tranne nel periodo riproduttivo in cui può cacciare
occasionalmente anche di giorno. Caccia sia all'agguato che in volo
esplorativo. Le prede vengono ghermite sul terreno e in volo. A
riposo rimane generalmente appollaiato su alberi, vicino al tronco,
rendendosi particolarmente mimetico. In inverno accentua le sue
abitudini gregarie, riunendosi in dormitori comuni, comprendenti
anche parecchie decine di individui (roost).
Riproduzione:
Sedentario.
Nidifica su alberi in nidi di altri uccelli, occasionalmente su
terreno. Depone da marzo a maggio. Covata di 3-5 uova (1-6).
Intervallo di deposizione 2 giorni. Incubazione di 25-30 giorni,
svolta generalmente dalla femmina. Giovani indipendenti a circa 60
giorni. Età della prima nidificazione 1 anno. Produttività
1-3.
In
Emilia-Romagna:
Presente
tutto l'anno come nidificante, migratore e svernante. Si riproduce
dal livello del mare ai 1000 m circa con 1700-2000 coppie. Più
comune in pianura e nella bassa fascia appenninica. Stabile o in
aumento dopo un sicuro regresso negli anni '60. Apice del passo in
settembre-ottobre e marzo. I migratori e gli svernanti sono
valutabili in centinaia o migliaia di individui a seconda degli anni.
L'area di svernamento comprende soprattutto la pianura e la fascia
appenninica pedemontana.
Tratto da "I Rapaci
dell'Emilia-Romagna" , Regione Emilia-Romagna, 1992; aggiornato
dal Servizio Parchi e Risorse forestali, 2004